martedì 27 maggio 2008

atp 08 explosions in the sky


L’All Tomorrow’s Parties (ATP) è un festival che si tiene un paio di volte all’anno in Inghilterra, di solito a Minehead, piccola cittadina del Somerset di fronte al Galles (dove è per altro facilissimo finire per sbaglio tramite il ponte più lungo del mondo, quando si guida da ore sul lato sbagliato della strada e le rotonde si rivelano sempre più piene di insidie. Ma questa è un’altra storia). Ma più che Minehead è il Butlins di Minehead (un incrocio agghiacciante tra un Valtur e una Mirabilandia scrausa) ad ospitare l’Atp, in virtù della sua sterminata capienza. La caratteristica più interessante di questo festival è comunque il fatto che ogni edizione è curata da un direttore artistico diverso (un gruppo o un artista) che naturalmente finisce per darne un’impronta stilistica ben precisa. Quello che ho visto a metà maggio, ad esempio, era organizzato dagli Explosions in the Sky e di conseguenza ecco un sacco di band Temporary Residence (Mono, The Drift, Eluvium, Lazarus, Envy), oltre a gruppi dal sound simil-Explosionesco quali By the trail of Dead, Battles, Stars of the Lid, ecc. Ma tante – per fortuna – anche le derive in ogni direzione, dai The National agli Iron and Wine, da Ghostface Killah (!) a Jens Lekman, Animal Collective o Broken Social Scene. A parte l’organizzazione un po’ clownesca (tipo far suonare i Battles – la band più hype del pianeta in questo momento – nel palco più piccolo, lasciando fuori metà della gente) l’Atp ha mantenuto le aspettative, con il sontuoso live dei Polvo (la miglior band degli anni ’90, riformatasi a sorpresa), dei commoventi Dinosaur Jr in formazione originale Mascis-Barlow in grado di spazzare via chiunque, un rarissimo live dei Silver Jews (il 59° concerto in 17 anni di attività), gli stessi Explosions a dimostrare – come del resto i fantastici Mono – quanto anche una band solo strumentale possa magnificamente tenere il palco. Ma la sorpresa del festival è stata senza dubbio Phosphorescent, all’anagrafe Matthew Houck, sorta di Will Oldham anfetaminico in possesso di voce da panico e numeri da grande. Ne sentiremo parlare presto.