sabato 23 febbraio 2008

lo scherzo infinito


Dopo oltre tre mesi ho terminato la lettura di Infinite Jest, le 1279 pagine con cui David Foster Wallace lascia una traccia indelebile nella letteratura mondiale. Infinite Jest (scherzo infinito) è un capolavoro sotto molti aspetti, ma prima di tutto è un'opera che andrebbe affrontata di petto, con foga, senza farsi spaventare dalla mole (tra l'altro il testo è anche in un corpo minuscolo) e dai tanti interludi apparentemente slegati dalla trama, come invece ho fatto io, che ho intramezzato la lettura ad altre cose e ho addirittura saltato dei passaggi, finendo per dover tornare indietro per ripescare dettagli che si sono poi rivelati fondamentali. La trama è semplice e allettante: nel futuro non troppo remoto di un'America agghiacciante la merce, la pubblicità e l'intrattenimento hanno occupato ogni interstizio della vita quotidiana (tanto che anche gli anni non procedono più in ordine cronologico ma con nomi di sponsorizzazioni, tipo "l'anno del Pannolone per Adulti Depend" o Apad), mentre le droghe di ogni genere sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. E' a questo punto che irrompe sul mercato un film misterioso, "Infinite Jest" appunto, così appassionante e ipnotico da cancellare immediatamente ogni desiderio se non quello di guardare le immagini all'infinito, fino alla morte. Attorno al film si scatena una caccia grottesca dei serivizi segreti americani e di un gruppo di assurdi separatisti quebechiani, tutti su sedia a rotelle, e la caccia porta verso la Enfield Tennis Academy di Boston e la Ennet House, sempre di Boston, un ricovero per recupero di tossici all'ultimo stadio. Questo perchè poco per volta si scopre che quasi sicuramente l'autore del film letale è il fondatore dell'ETA, James Orin Incandenza, diventato in tarda età un regista di culto e poi suicidatosi in maniera incredibile (ma all'ETA ci sono ancora la moglie di lui, Avril, che ne è la direttrice, e due dei figli, Mario, un handicappato che ne era assitente personale, e Hal, giovane promessa del tennis continentale) e che alcune figure chiave dei suoi film sono ospiti del centro di recupero. In questo contesto Wallace inserisce una pletora di sub-personaggi spettacolari, le cui storie sono dei veri e propri romanzi nel romanzo, racconta per filo e per segno le trame di tutti i film di Incandenza Sr. (e se qualcuno si provasse davvero a girarne alcuni ci sarebbero delle sorprese...), spiega come parte del Canada e alcuni stati Usa siano diventati delle enormi discariche in cui gli Usa sparano tutti i loro rifiuti tramite catapulte, fa nascere l'Eschaton, un gioco di simulazione pazzesco che fanno i ragazzi dell'ETA, e così via, anche tramite le 388 note ed errata corrige che sono semplicemente geniali. Il tutto per arrivare a una fine spiazzante che mi ha lasciato a bocca aperta e, ora, con un senso orrendo di abbandono. DFW ha poi una proprietà di linguaggio totale e una conoscenza profondissima delle parole, che usa sempre in modo calibratissimo, ricorrendo anche a splendidi (e misteriosi) neologismi; tutto così suona sempre ironico, poco serio, proprio perchè raccontato con un eloquio forbitissimo e a tratti scientifico. Espressioni come "morire per soffocamento, mucoidale o no, non è proprio come andare alla Festa dei tulipani di Montreal" o, parlando di uso di droghe da parte di un cestista, "per diverse ore dopo il ragazzo soffriva di una perdita di propriocezione così vertiginosa da non riuscire letteralmente più a riconscersi il culo dal gomito, lasciamo perdere fare mosse autoritarie verso canestro" finiscono ogni volta per trasformare la situazione anche più pesante e tragica in uno scherzo infinito, e la lunghezza dell'opera contribuisce a creare proprio una sorta di dipendenza del lettore verso questo clima sarcastico che vorresti continuare a leggere all'infinito. Senza parlare delle innumerevoli digressioni che, è vero, il più delle volte non c'entrano assolutamente nulla nell'economia della trama, ma che vorresti non finissero mai. Un esempio su tutti: ad un certo punto, parlando di giovanissimi tennisti che sbroccano per il succeso, Wallace si inventa la storia di questo ragazzino californiano che dopo l'ultimo successo arriva a casa di notte e si suicida bevendosi un bicchiere di Nesquik corretto con del cianuro di sodio. Ma ecco che si sveglia il padre, lo trova schiumante e con la faccia blu e si getta a fargli la respirazione bocca a bocca, avvelenandosi a sua volta e morendo, e così la moglie, che trova il marito e gli pratica la respirazione, e così via tutti gli altri 6 fratelli "che hanno tutti fatto un corso di Pronto Soccorso di quattro ore sponsorizzato dal Rotary alla Ymca di Fresno".
Questo libro è imprescindibile, qualcuno lo legga, vi prego, ho bisogno di parlarne!!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ero dimenticato dei separatisti quebechiani!! Mi hai fatto quasi venire voglia di riprovarci....ma a distanza di quattro-cinque anni dalle circa 500 pagine che avevo letto dovrei ricominciare dall'inizio e sono un po' spaventato. Comunque ripeto...leggiti i racconti della "ragazza con i capelli strani"...

Anonimo ha detto...

1300 allettanti pagine? Attendo fiduciosamente che mi mettano in carcere.

dust ha detto...

david foster wallace è l'unico autore contemporaneo (o meglio, uno dei pochi) che leggo volentieri per cui credo che a breve ci proverò.. merda però 1300..

Morphine ha detto...

Basta pensarlo come una serie di racconti da 100 pagine l'uno...

PB ha detto...

io l'ho letto due volte, l'ultima un anno fa, eppure non sono riuscito ancora a capire quanto valga davvero questo libro.
quando ci penso sto male... ciao!

chris ha detto...

13 racconti da 100 pagine. ci penso.

ci si vede domani al cospetto del padrino.

Anonimo ha detto...

Mi sto inesorabilmente avvicinando al microonde di mio padre.....

___Hal Incandenza