In questo momento gli Zu sono tra i migliori cinque gruppi al mondo. Tecnicamente e artisticamente. E dal vivo forse sono i migliori in assoluto. In assoluto. Dopo averli visti ormai sei, sette volte, rivederli l'altra sera all'Hana-Bi (concerto eccezionale, eccezionale) è stato come riscoprire – ancora – lo stupore dell'epifania. Quello che fanno è geniale e incatalogabile. Pupillo sembra un Les Claypool (più bravo) fatto di speedball, col basso fa assolutamente quello che vuole e alla velocità della luce, Mai tira fuori dal sax suoni impensabili (chitarra elettrica?? moog???), e dietro c'è Jacopo Battaglia, un cyborg, una macchina da guerra, un polipo elettrificato che la batteria sembra la voglia ridurre in pezzi ogni volta. In America se ne accorsero subito – i ragazzi sono in circolazione ormai da dieci anni – e i maggiori nomi dell'avanguardia free jazz e non solo cominciarono a fare a gara per collaborare col trio romano, che non per niente si trova col nuovo album su Ipecac e ospiti come Mike Patton o Buzz Osborne.
Ma è vederli suonare che è davvero un'esperienza catartica, uno di quei (rari) casi in cui ciò che avviene on stage ti trapassa, ti porta da un'altra parte, ti fa venire la pelle d'oca.
Grandi.
4 commenti:
grandi, grandissimi, semplicemente immensi.
continuano a dirmi che meritano. dovrò assolutamente vederli dal vivo.
Sì Franci, *secondo me ti piacciono*
:)
Ma ce lo portiamo veramente il paradenti per brutal truth? forse non è una brutta pensata...
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